IV Conferenza Escapes – #escapes2017
Ripensare le migrazioni forzate
Teorie, prassi, linguaggi e rappresentazioni
Università di Parma, 8 e 9 Giugno 2017
Who is (in) danger(ous)? The criminalisation of refugees and of the supports to migrant logistics of crossing
Proponenti: Martina Tazzioli (Swansea University), Alessandra Sciurba (Università di Bergamo)
The increased presence in Europe of men, women and children seeking refuge from wars and conflicts, has been defined by media and politicians as an ongoing “migration crisis” in Europe. This “crisis” has been characterised by an exponential criminalisation of refugees as refugees, and of all people claiming asylum in Europe – therefore, producing a further shift from the opposition economic migrants/genuine refugees towards a generalised mix of suspicion and criminalisation that concerns refugees, too.
This is in part connected to the rise in number of the rejections of asylum claims across Europe – that produces a non-quantifiable population of destituted refugees in the continent. And, at the same time, it should be read against the light of the unquestioned migration-terrorism nexus, which has been repeatedly mobilized in the aftermath of terrorist attacks in Europe, and more recently also for narrating migrant struggles inside hosting centres – like in the case of the revolt of Cona, in Italy.
Building on Thomas Nail book’s title, “The figure of the Migrant”, we should interrogate how the figure of the refugee is rethought, destituted, and targeted today, and readapting the famous formula of “crimmigration” (Boswell, 2015) to the analysis of the present forms of criminalisation of refugees as refugees.
Simultaneously, collectives and singular individuals who have supported migrants in transit across Europe are more and more criminalised and accused of délit de solidarité. A blatant case in point has been the trial against Cedric Herrou and the citizens of Valle Roya at the French-Italian border, who helped migrants to cross and hosted them in a safe place. Not only direct actions in favour of the migrants in transit, but also practices of humanitarian support are discouraged and targeted across Europe.
We invite contributions on the following themes:
- Reflections on the juridical, normative and political processes of refugees criminalisation, as well as their social impact.
- Analyses on the main theoretical and political stakes that are behind this “délit de solidarity and on the possible practices for overcoming the criminalisation
- Presentation that challenge and unpack the migration-terrorism nexus
- Critical analyses on the increased number of “illegalized” refugees across Europe – how “destituted refugees” are managed? what are the consequences of this massive rejections of asylum claims, both on migrants lives and on societies?
Chi è in pericolo (pericoloso)? La criminalizzazione dei rifugiati e di chi supporta la logistica di attraversamento dei migranti
Proponenti: Martina Tazzioli (Swansea University), Alessandra Sciurba (Università di Bergamo)
La crescente presenza di uomini, donne e bambini che chiedono rifugio da guerre e conflitti è stata definita da media e dai politici come una “crisi europea dei migranti”. Tale “crisi” è stata caratterizzata da una sempre maggiore criminalizzazione dei rifugiati in quanto tali, e di tutte le persone che chiedono asilo in Europa, producendo in tal modo un ulteriore slittamento dall’opposizione tra “migranti economici” da espellere e “veri rifugiati” da accogliere, verso un generale atteggiamento di sospetto e colpevolizzazione rivolto specificamente anche ai rifugiati. Questo processo è in parte connesso all’esponenziale incremento dei dinieghi delle richieste d’asilo in tutta Europa, che produce un numero non quantificabile di richiedenti asilo “rigettati”.
Allo stesso tempo, la criminalizzazione dei rifugiati va letta alla luce del nesso tra migrazioni e terrorismo che i discorsi istituzionali tendono a dare per assodato e che è stato ripetutamente utilizzato all’indomani degli attacchi terroristici in Europa e, più di recente, anche per narrare le lotte dei migranti all’interno dei centri di accoglienza, come nel caso della rivolta di Cona in Italia. Richiamando il titolo del libro di Thomas Nail “The figure of Migrant”, si tratta di interrogare in che modo oggi la figura del rifugiato venga ripensata, disqualificata, e guardata come qualcosa da cui difendersi, riadattando la famosa formula di “crimmigration” (Boswell, 2015) all’analisi delle forme contemporanee di criminalizzazione dei rifugiati in quanto tali.
In questo contesto, anche i collettivi e le singole persone che supportano i migranti in transito in Europa vengono sempre più criminalizzati e accusati di “delitto di solidarietà” (délit de solidarité). Un caso emblematico è rappresentato dal processo contro Cedric Herrou e gli abitanti della Calle Roya, al confine italo-francese, per avere supportato i migranti nell’attraversamento della frontiera e averli accolti in un luogo sicuro. Ma non sono solo le azioni a diretto sostegno dei migranti in transito ad essere criminalizzate: anche le pratiche di carattere più genericamente solidale (portare cibo, vestiti, offrire cure mediche, ecc.) sono sempre più apertamente scoraggiate.
Per partecipare a questo Panel, invitiamo a contribuire rispetto ai seguenti temi:
- La natura e l’impatto sociale dei processi giuridici, normativi e politici di criminalizzazione di rifugiati e richiedenti asilo;
- Il significato e la posta in gioco, a livello teorico e politico, della criminalizzazione della solidarietà e le possibili strategie per opporsi ad essa;
- La messa in discussione e la decostruzione del nesso tra migrazioni e terrorismo;
- L’analisi critica dell’incremento del numero di richiedenti asilo “rigettati”, del modo in cui essi vengono “gestiti”, e delle conseguenze dei dinieghi di massa alle richieste d’asilo sulle vite dei migranti e sulle società in cui essi si trovano a vivere comunque.
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