IV Conferenza Escapes – #escapes2017
Ripensare le migrazioni forzate
Teorie, prassi, linguaggi e rappresentazioni
Università di Parma, 8 e 9 Giugno 2017
Eco-migranti: il problematico futuro della distinzione fra rifugiati e migranti
Proponenti: Gianfranco Pellegrino (Dipartimento di Scienze Politiche, LUISS Guido Carli), Domenico Melidoro (Center for Ethics and Global Politics, LUISS Guido Carli), Alessio Malcevschi (Università degli Studi di Parma, Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale)
Il panel riguarda le migrazioni suscitate da cause ambientali – in particolare quelle derivanti dagli effetti del cambiamento climatico. L’ipotesi principale su cui si invitano contributi è che le migrazioni ambientali tenderanno a dissolvere, o comunque a mutare di segno, la tradizionale dicotomia fra rifugiati – intesi come migranti forzati – e migranti – considerati come individui che volontariamente scelgono di emigrare. L’idea è che il già fluido confine fra migrazioni forzate e migrazioni volontarie verrà reso ancora più indistinto quando, e se, masse cospicue di popolazioni verranno indotte, anche se non costrette, a spostarsi per sfuggire a catastrofi naturali di larga scala.
La modalità di conduzione del panel consisterà nella presentazione e discussione di paper scientifici. Si solleciteranno interventi che considerino (anche e soprattutto, ma non solo) le seguenti questioni:
- che rapporto c’è fra fattori ambientali e migrazione? Quanto la mancanza di accesso a beni primari come cibo e acqua dipende da fattori ambientali, e quanto influisce sui conflitti sociali, etnici, religiosi che sono possibili cause delle migrazioni recenti in diverse aree del mondo (si pensi, ad esempio, ai profughi dalla Siria)?
- si può considerare la migrazione una strategia lecita, o addirittura auspicabile, di adattamento al cambiamento climatico? O la si deve considerare un altro dei danni del cambiamento climatico, che dovrebbe essere compensato e rettificato per ragioni di giustizia?
- che rapporto c’è tra migrazione forzata e migrazione volontaria? E’ possibile stabilire connessioni tra migranti di un tipo e migranti dell’altro? Le definizioni generalmente adottate nel dibattito pubblico si possono estendere al caso dei rifugiati ambientali?
- che relazione c’è fra le differenti categorizzazioni – nel diritto e nella prassi – dei migranti forzati e il trattamento loro destinato e/o quello che si dovrebbe loro destinare, alla luce di criteri giuridici e/o etico-politici? Rifugiati ambientali e profughi per questioni umanitarie sono solo alcuni casi di migrazione forzata. La loro condizione dà diritto a trattamenti diversi da parte della comunità internazionale? I rifugiati ambientali o climatici hanno diritto a un trattamento specifico, si può loro estendere lo status concesso ai richiedenti asilo, oppure si tratta di migranti ordinari?
- dev’essere data ai migranti per ragioni ambientali maggiore facoltà di scegliere la loro destinazione, magari in casi estremi, come quelli di chi fugge da catastrofi naturali così immense da mettere a repentaglio il territorio patrio o la persistenza della nazione – come potrebbe accadere nel caso delle piccole isole del Pacifico se i livelli dell’acqua marina si innalzeranno in conseguenza del cambiamento climatico?
- vi sono modelli di sviluppo alternativi (decrescita felice, sviluppo sostenibile) capaci di agire sulle cause primarie delle eco-migrazioni, conciliando crescita economica, diritti sociali e tutela dell’ambiente naturale?
L’ambito disciplinare dei paper sarà quello della teoria politica, dell’etica ambientale e dei migration studies. Per collegare aspetti analitici e operativi, il panel integrerà la riflessione presentata nei paper con la progettazione – in prospettiva post- conferenza – di un gruppo di lavoro formato da docenti universitari, pubblici amministratori, esponenti del terzo settore e del mondo dell’impresa.
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