IV Conferenza Escapes – #escapes2017
Ripensare le migrazioni forzate
Teorie, prassi, linguaggi e rappresentazioni
Università di Parma, 8 e 9 Giugno 2017
Le migrazioni forzate in relazione allo spazio abitato
Proponente: Maria Giovanna Bevilacqua (Università della Svizzera italiana, Accademia di architettura di Mendrisio)
Il panel propone di ripensare il tema delle migrazioni forzate in relazione allo spazio fisico-territoriale locale al fine di individuare e proporre prassi nuove e alternative di accoglienza e di convivenza a partire dalla consapevolezza che lo spazio abitato legato al fenomeno delle migrazioni forzate si configura come spazio di marginalità sociale.
Alla luce di una distinzione tra alloggiare e abitare (che si potrebbe definire filosoficamente, in un certo senso,di matrice heideggeriana) è possibile circoscrivere lo spazio di “approdo”, di transito e di arrivo delle vittime delle migrazioni forzate come uno spazio del mero alloggiare. È uno spazio del provvisorio, dell’emergenziale. È uno spazio, per così dire, dell’“ammasso”, del “rifugio”, uno spazio del non finito e del non definito. È uno spazio della precarietà, in quanto non è un luogo contraddistinto da un progetto abitativo, ovvero esistenziale e migratorio.
Di questi spazi della marginalità e della provvisorietà è possibile individuare le caratteristiche definitorie in termini di veri e propri “contro-spazi” abitativi (in un certo senso, quasi delle eterotopie di foucaultiana memoria).Volendo dare un esempio concreto di ciò, fra tutti emerge quello che è stato, per anni, lo spazio della cosiddetta “giungla di Calais”.
Da queste considerazioni nascono i quesiti che motivano la definizione di questo panel e ai quali si vuole tentare di rispondere attraverso l’appello a presentare e dare diffusione a esiti di ricerche, buone prassi o proposte di ricerca e di ricerca/azione incentrate sui temi del luogo, del costruire, dell’abitare, delle relazioni fra luoghi, delle relazioni fra luoghi e abitanti.
In prima istanza il panel intende rispondere, a livello generale, a questo quesito: è possibile eludere una situazione di emergenza e di provvisorietà abitativa nell’affrontare l’attualità delle migrazioni forzate?
Nel particolare il quesito viene ad articolarsi in:
1. è possibile trovare modalità abitative alternative alla tipologia dello shelter provvisorio di fronte a fenomeni migratori inaspettati e di grande portata?
2. Quale potrebbe essere il ruolo del riuso architettonico e urbanistico di fronte a fenomeni migratori di grande portata?
3. Quale potrebbe essere il ruolo di decisioni politiche volte a favorire il cosiddetto riuso temporaneo di spazi dismessi, a favore di migranti forzati, nel contrastare la marginalità abitativa e sociale nonché il degrado di zone rurali o periferiche?
4.Quali esiti reali, possibili, futuribili in termini di accoglienza e integrazione di migranti forzati, a livello locale, possono provenire da proposte di riuso territoriale alternative rispetto alla modalità dello shelter e focalizzate al rispondere sia alle esigenze dei migranti sia alle esigenze “autoctone” dei luoghi di arrivo dei migranti?
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