Venerdì 9 giugno 2017 ore 16.15 – 17.45
Polo didattico dell’Università di Parma, Strada Pietro Del Prato, 5
Workshop in collaborazione con Rosa Luxemburg Stiftung
1. Esternalizzazioni e confini interni:
scivolamenti della frontiera e della sorveglianza
Lancio in plenaria: Barbara Pinelli (Università di Milano Bicocca)
Facilitatore: Luca Ciabarri (Università di Milano)
Aula A
In quanti modi è infranto il diritto all’asilo? E soprattutto, da chi, con quali tempi e in quali luoghi? Mentre l’eco mediatica e politica esalta ingressi illegali e numeri incontrollabili, difficilmente l’accento è posto sui modi con cui i presupposti – spesso di per sé ambigui – del Common European Asylum System, delle direttive europee o nazionali, o ancora delle remote norme internazionali sull’asilo, per non dire dei dettati costituzionali sono trasgrediti da attori istituzionali e sociali che quei principi dovrebbero garantire. E questo profondo scarto rimane terreno messo in ombra.
Non è solo la selezione spostata fuori o sui confini europei (accordi con la Turchia, con l’Afghanistan, i processi Khartoum e Rabat) a definire l’accesso all’asilo politico e alla protezione. Una connessione stretta tra frontiere esterne e locali – dove concretamente sono agite le politiche verso i rifugiati – deve esser indagata e discussa per comprendere il gioco mobile del confine europeo, pronto ad allargarsi per proteggere i confini e ampliare la sua sovranità, e a restringere lo spazio di diritto dei rifugiati.
A saldatura di tali indirizzi, una sorta di mito dell’invasione, un tema già al centro della discussione negli anni Duemila, e ora ripropostosi con maggiore forza, va a giustificare una trasversale ragione di stato, del tutto spogliata da qualsiasi riferimento a principi umanitari o alle norme a tutela dei richiedenti asilo.
In questo scivolamento – che si attua attraverso l’esternalizzazione della sorveglianza, la costruzione dei confini interni (per esempio con i campi), la rinascita di zone di controllo fra paesi membri, il controllo della circolazione sul territorio Schengen, le procedure burocratiche e i dinieghi – occorre dunque chiedersi quali forze politiche e sociali investono la vita dei rifugiati in una continuità temporale che comprende ingresso, permanenza e circolazione.
Esperti di diritti in materia d’asilo, ricercatori e attivisti, sono chiamati a una collaborazione che permetta di mettere in luce gli effetti concreti e diretti di agenzie, politiche e istituzioni che paiono governare i rifugiati in astratto e da lontano, mostrando i luoghi materiali in cui esse prendono forma, e i modi concreti con cui investono i loro destinatari.
Le conseguenze delle misure prese dalle politiche europee, per esempio, con i loro percorsi di selezione, gerarchia e attesa, con le nuove forme di campo, o con le varie forme di indebolimento e delegittimazione delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale, e la conseguente produzione di un ampio numero di diniegati, richiedono una minuta analisi.
Il workshop intende porre una riflessione sulle politiche europee e nazionali tracciando lo scarto fra gli aspetti formali dei diritti dei rifiguati e la dimensione sostanziale della protezione che sempre più vede ledere l’istituto dell’asilo.
L’obiettivo del workshop non è semplicemente porre una riflessione astratta su tali politiche, ma metterne in luce gli strumenti concreti, le ricadute e l’impatto reale sulla vita dei rifugiati, col fine di supportare una discussione all’interno della sfera pubblica e sostenere azioni di resistenza e denuncia sociale.
Avviatori:
- Yasmine Accardo (LasciateCientrare)
- Asgi Roma
- Elena Valentini
- Edouard Conte
- Paolo Gaibazzi
- Maria Grazia Krawczyk
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