Terza conferenza annuale di ESCAPES
Europa e migrazioni forzate
Quale futuro per le politiche europee?
Quali forme e pratiche di resistenza?
Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, 23-24 giugno 2016
È aperta la call for presentations per intervenire in uno dei panels che si terranno in occasione della terza Conferenza annuale di Escapes.
4) Da Mare Nostrum al “sistema hotspot”: pratiche di contenimento, narrazioni e confini militari-umanitari
Proponenti: Martina Tazzioli (Université Aix-Marseille), Alessandra Sciurba (Università di Bergamo), Glenda Garelli (University of Illinois-Chicago), Filippo Furri (Université de Montreal)
Per far fronte alla cosiddetta “crisi dei rifugiati’” che sta arrivando a mettere in discussione i fondamenti stessi dell’Unione europea, a partire dal Trattato di Schengen, l’Agenda europea sulle migrazioni ha lanciato, nel maggio del 2015, il cosiddetto “Sistema Hotspot”.
Il Termine “Hotspots”, significativamente tradotto in italiano, nei documenti ufficiali dell’Ue, come “punti di crisi”, sta ad identificare una serie di centri deputati ad attivare una nuova strategia di filtraggio e separazione dei migranti tra potenziali richiedenti asilo da “ricollocare”, perché provenienti da paesi immediatamente identificati come “insicuri”, altri eventuali richiedenti asilo “di secondo rango”, e cosiddetti “migranti economici” da espellere.
Questo sistema, in fase di concitata sperimentazione, si sta configurando come un meccanismo di contenimento spaziale alle frontiere Sud dell’Europa, in particolare in Italia e in Grecia, attraverso il quale si cerca di escludere dalla protezione internazionale il maggior numero possibile di persone.
Il ruolo di Grecia e Italia come spazi-frontiera europei deve peraltro essere guardato all’interno di un contesto politico più ampio di “crisi”, che riguarda sia le politiche europee di controllo della mobilità che la sfera economica e politica.
I meccanismi di “esclusione ed inclusione differenziali” messi in atto negli hotspots rendono conto anche di una trasformazione in corso nel modo di funzionamento del cosiddetto governo militare-umanitario delle migrazioni nel Mediterraneo. La “politica del salvataggio” di Mare Nostrum vedeva attori militari (Marina Militare) incaricati di trarre in salvo i migranti in prossimità delle acque libiche, e portarli sulle coste Sud dell’Europa, dalle quali poi partivano il più delle volte per altri paesi europei senza essere identificati. Ad oggi, invece, la politica di contenimento in atto appare realizzata bloccando i migranti alle pre-frontiere dell’Europa, con la prima missione europea di guerra dichiarata ai “trafficanti” (Eunavfor med), che vede anche l’accentuarsi del ruolo poliziesco giocato da attori umanitari, come UNHCR. Tali attori cooperano in maniera più o meno diretta con le autorità nazionali nell’assegnare provvedimenti di respingimento differito e nelle pratiche di identificazione forzata che avvengono all’interno degli hotspots.
Questi processi sono costantemente accompagnati dall’elaborazione di retoriche ufficiali che di volta in volta criminalizzano o vittimizzano le migrazioni contemporanee, e che vanno di pari passo con l’evoluzione delle relazioni internazionali e degli accordi tra paesi europei, paesi confinanti e paesi di origine dei migranti. Le dinamiche economiche e le strategie di guerra giocano anch’esse, nell’evoluzione delle politiche migratorie attuali, un ruolo rilevante.
Questo panel si pone l’obiettivo:
- di esaminare i meccanismi di funzionamento degli hotspots in Grecia e in Italia, e gli effetti sulle vite di coloro che arrivano in Europa per chiedere asilo;
- di analizzare le trasformazioni politiche, economiche e spaziali, avvenute nelle pratiche di controllo, governo e contenimento militari-umanitarie delle migrazioni;
- di approfondire, in questo contesto, l’evoluzione e gli effetti concreti delle pratiche discorsive e delle narrazioni poste in essere a fronte della cosiddetta crisi dei rifugiati;
- di interrogarsi su come riposizionare un discorso critico in relazione alle recenti trasformazioni nei meccanismi di governo militare-umanitario delle migrazioni nel Mediterraneo, e al tipo di narrazione politico-istituzionale che li sostiene.
Nello specifico, i temi di interesse sono:
- Il funzionamento degli hotspots in Grecia e in Italia, rispetto ai meccanismi di identificazione e selezione, ai criteri di esclusione preventiva dal sistema dell’asilo, e alloro conseguenze concrete;
- L’economia dell’umanitario per come si sta riconfigurando all’interno del “sistema hotspot”;
- Il ruolo degli attori europei (Frontex, EASO, nella loro interazione con gli attori umanitari (UNHCR, Red Cross) all’interno degli hotspots;
- Le trasformazioni del governo militare-umanitario delle migrazioni nel Mediterraneo, e delle correlate narrazioni mediatiche e istituzionali, da MareNostrum a Triton fino all’implementazione degli hotspots;
- Le violazioni dei diritti fondamentali prodotte o incrementate dall’evoluzione in oggetto, con particolare attenzione alla trasformazione del diritti d’asilo da diritto soggettivo perfetto a strumento di selezione e “illegalizzazione” dei migranti in Europa (attraverso l’esclusione preventiva dall’accesso alla procedura e l’alto numero di dinieghi alle richieste di protezione internazionale, connessi con le cosiddette “liste dei paesi terzi sicuri”, adottate in maniera formale o informale dagli stati europei);
- La possibilità di rielaborare il piano di una critica possibile di fronte ai meccanismi attuali di illegalizzazione, gestione e contenimento delle migrazioni (che tipo di politica di protezione è possibile pensare che vada oltre i criteri escludenti dell’asilo e oltre le pratiche effettive di gestione militare e securitaria dei richiedenti asilo?).
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