Tripoli, al-Fallah Camp
Almeno un morto e almeno due feriti si registrano tra gli sfollati libici del campo di al-Fallah, nei pressi di Tripoli. Le milizie di Msrata hanno circondato ieri il complesso, entrandovi più volte con le armi in pugno. Al-Fallah Camp, come altri insediamenti simili intorno alla capitale libica, sono stati occupati dall’agosto 2012 dagli abitanti sfollati dalla città di Tawargha, nell’est della Tripolitiania a pochi chilometri a sud di Msrata. Tra i tanti morti che si stanno contando a Tripoli in queste ore quelli di Tawargha hanno una storia tanto tormentata e penosa quanto negletta.
Durante la guerra civile libica, Tawargha ebbe suo malgrado una parte essenziale nella grande battaglia che oppose le truppe di Gheddafi a Msrata, uno dei maggiori centri della resistenza anti-regime nell’Ovest del paese insieme al complesso montagnoso del Jebel al-Nafusa. Respinti i ripetuti attacchi dei soldati di Gheddafi e quando ormai le forze del regime erano in rotta, Tawargha divenne nell’agosto 2012 il bersaglio collettivo di una spietata vendetta da parte delle milizie di Msrata che portò a svuotare letteralmente la città dei suoi oltre 40 mila abitanti, compresi donne e bambini. Da allora i suoi abitanti vivono in una serie di campi profughi intorno a Tripoli e Bengazi. Non può passare inosservato che gli abitanti di Tawargha sono libici neri, discendenti dei tanti africani arrivati nei secoli sulla costa mediterranea attraverso la tratta transahariana degli schiavi. Cittadini libici a tutti gli effetti, gli abitanti di Tawargha hanno sperimentato nella Libia indipendente e poi in quella gheddafiana un destino di subalternità sociale e culturale che si lega direttamente alle loro origini. È particolarmente evidente il legame di dipendenza che legò la città di Tawargha anche durante il regime di Gheddafi a quella di Msrata dove molti di Tawargha si recavano giornalmente a lavorare occupando tutta una serie di mansioni faticose o poco retribuite. La guerra civile libica ha ridato slancio a questa come ad altre contrapposizioni sociali che sono il portato di una storia lunga e complessa.
Difficile dire quanto vi sia di vero nelle innumerevoli accuse che i vertici politici delle milizie di Msrata hanno indirizzato indiscriminatamente agli abitanti di Tawargha, tra l’altro imprigionandone e tuttora detenendone oltre un migliaio proprio a Msrata. Come mostrano video e testimonianze varie vi sono stati episodi di violenza contro civili di Msrata che furono commessi dalle truppe gheddaffiane provenienti dal Fezzan o addirittura da fuori dei confini libici che per il colore nero della pelle possono essere facilmente accomunati agli abitanti di Tawargha. Vero che alcuni degli abitanti di Tawargha commisero dei crimini, come molti altri libici durante la guerra, più difficile poter pensare che un’intera città possa essere ritenuta colpevole. Sta di fatto che per le colpe di alcuni, stanno pagando tutti gli oltre 40 mila abitanti di Tawargha, comprese donne e bambini. Il Consiglio nazionale di transizione prima e il governo libico poi hanno intavolato una complicata trattativa con i vertici politici delle milizie di Msrata per discutere il reinsediamento di questi libici neri nella loro città d’origine, ma per il forte ascendete che Msrata esercita sulle nuove istituzioni libiche tutto si è risolto in un nulla di fatto. Nello scorso giugno gli abitanti di Tawargha avevano lanciato l’iniziativa di una marcia pacifica che avrebbe dovuto riportare tutti i profughi nella città fantasma, ma di fronte alla minaccia delle milizie di Msrata di fermare con le armi una simile iniziativa ci si dovette rassegnare una volta ancora al destino di esuli.
La vita nei campi profughi è un gioco alla sopravvivenza. Difficile spesso trovare lavoro in una città come Tripoli che per molti versi ha accolto acriticamente la connotazione negativa e dispregiativa di queste persone, additate come neri e perciò gheddafiani colpevoli di crimini contro i rivoluzionari di Msrata. Dall’agosto 2012 sono state diverse le aggressioni registrate a danno di questi libici neri all’interno e al di fuori dei campi lungo piste che spesso riconducono alle milizie di Msrata. È chiaro come in un momento
come quello attuale, dove le autorità governative stanno cercando di sottrarre il controllo della capitale alle diverse milizie, prendersela con gli sfollati di Tawargha non rappresenta un obiettivo politico in sé, ma finisce per essere una deriva particolarmente ignominiosa di una più generale logica nella quale Msrata non è disposta a nessuna concessione in favore delle autorità centrali e di una vera riconciliazione nazionale, questione di Tawargha compresa.
[16.11.2013]
Antonio M. Morone
Laurea Magistrale in Studi dell’Africa e dell’Asia, Università degli Studi di Pavia