Terza conferenza annuale di ESCAPES
Europa e migrazioni forzate
Quale futuro per le politiche europee?
Quali forme e pratiche di resistenza?
Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, 23-24 giugno 2016
È aperta la call for presentations per intervenire in uno dei panels che si terranno in occasione della terza Conferenza annuale di Escapes.
9) Vittime di tratta / richiedenti asilo: una crisi nella crisi dei rifugiati
Proponente: Giorgia Serughetti (Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Spesso sentiamo i governi e le istituzioni dell’Unione Europea parlare del traffico di esseri umani (smuggling) come di una “moderna tratta degli schiavi”, e utilizzare questo discorso a sostegno di interventi militari contro le reti globali che favoriscono le migrazioni irregolari.
In una cornice che non distingue più smuggling e trafficking, nonostante le definizioni del Protocollo di Palermo del 2000, i trafficanti di esseri umani sono descritti come i veri nemici di migranti e rifugiati, quando – date le attuali politiche di chiusura delle frontiere – essi rappresentano, nonostante i metodi pericolosi e spesso autenticamente criminali che impiegano in questa attività, coloro che li aiutano a raggiungere la loro destinazione.
Ma un altro effetto, forse peggiore, di questa narrativa è quello di occultare la condizione delle effettive vittime della tratta a scopi di sfruttamento sessuale o lavorativo, rese invisibili e indistinguibili nelle politiche di contrasto o gestione dei flussi.
Dentro la crisi dei rifugiati c’è infatti un dramma nascosto, che pochi in questi anni hanno visto e raccontato: l’aumento del numero di donne potenziali vittime di tratta, in particolare dalla Nigeria, all’interno dei flussi misti in arrivo in Italia via mare.
Dopo anni di andamento altalenante, nel 2014 la loro presenza è triplicata rispetto all’anno passato, per aumentare ancora di oltre tre volte nel 2015. Secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni si tratta di donne destinate in maggioranza allo sfruttamento sessuale, confermando il sospetto che la via dell’immigrazione irregolare nel Mediterraneo sia anche un’importante rotta del traffico di esseri umani.
La mancata identificazione alle frontiere della condizione di vulnerabilità delle potenziali vittime di tratta fa sì che troppo spesso la loro prima destinazione in Italia siano i CIE, dove il destino che le attende è il rimpatrio. Molte, tuttavia, decidono di fare domanda d’asilo, rientrando così nella popolazione dei richiedenti asilo vittime di tratta in Italia, verso cui l’applicazione degli strumenti internazionali di protezione richiede una declinazione specifica.
Ne deriva una serie di problematiche che costringono a ripensare i confini delle categorie tradizionali e a confrontarsi con forme complesse di soggettività, tra vittimizzazione e agency.
Per discuterne, sono benvenuti contributi teorici e/o analisi di casi da parte di studiosi/e e operatori/trici che si confrontano con il fenomeno. In particolare, si accolgono proposte volte ad analizzare:
- politiche di frontiera e procedure di identificazione di vittime di tratta potenziali richiedenti asilo / richiedenti asilo potenziali vittime di tratta;
- problemi di applicazione del diritto dei rifugiati a questa componente delle migrazioni forzate;
- interazione tra agency delle donne richiedenti asilo/vittime di tratta e politiche di accoglienza/espulsione;
- protezione dai rischi di ri-vittimizzazione in Italia durante la permanenza del sistema di accoglienza e in uscita da esso;
- rimpatri e rischi di ri-vittimizzazione nel paese di origine.
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