Terza conferenza annuale di ESCAPES
Europa e migrazioni forzate
Quale futuro per le politiche europee?
Quali forme e pratiche di resistenza?
Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, 23-24 giugno 2016
È aperta la call for presentations per intervenire in uno dei panels che si terranno in occasione della terza Conferenza annuale di Escapes.
10) Violenza di genere e migrazioni forzate
Proponente: Romina Amicolo (avvocato, Dottore di Ricerca in Arte e Tecnica della Giurisprudenza – Ermeneutica dei Diritti Umani, Coordinatrice del Centro Antiviolenza Ambito Territoriale e Sociale A02 della Regione Campania)
Il Panel si propone di affrontare il tema della violenza di genere nel campo delle migrazioni forzate, con un approccio interdisciplinare, in modo che lo sguardo antropologico e sociologico, si confronti con l’approccio giuridico e politico, combinando il profilo strettamente teorico e accademico con la “pratica” degli operatori sociali e giuridici.
Il nuovo rapporto congiunto di Unhcr, Unfpa e Wrc, intitolato INITIAL ASSESSMENT REPORT: Protection Risks for Women and Girls in the European Refugee and Migrant Crisis, denuncia i rischi di violenza sessuale e di genere a cui sono esposte le donne rifugiate in viaggio verso e attraverso l’Europa: «Molte donne e ragazze che viaggiano sole, senza la protezione della loro famiglia e comunità, sono totalmente indifese – afferma Vincent Cochetel, direttore dell’Ufficio europeo dell’Unhcr – ma anche le donne che viaggiano con la famiglia sono vulnerabili ad abusi. Spesso non denunciano i crimini e per questo non ricevono il sostegno di cui avrebbero bisogno».
Frequente è lo scivolamento da una condizione di richiedente asilo ad una situazione di tratta, come illustrato nel Rapporto di ricerca NOTratta. Una persona partita dal proprio paese per motivi economici o per rifugiarsi altrove, può trovarsi solo successivamente nella situazione di richiedente asilo per le violenze subite durante il viaggio. Adottare un approccio di genere nelle politiche di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale significa anche e soprattutto elaborare dei protocolli e delle procedure operative condivise, di presa in carico sociale e di assistenza legale, che tengano conto di tali dinamiche.
Un approccio di genere nell’affrontare la questione della violenza nelle migrazioni si rende ancora più urgente e necessario, ove si consideri che con l’inizio del 2016 è stato registrato un aumento delle donne e dei bambini tra i richiedenti asilo arrivati in Europa: circa il 55%, mentre a giugno 2015 rappresentavano il 27%.
E’ da sottolineare come le recenti politiche migratorie restrittive europee e i controlli imposti ai confini nazionali dai singoli Governi Europei, potrebbero accrescere il rischio che donne e bambine subiscano abusi, non solo durante il viaggio, ma anche in Europa, a causa dell’inadeguatezza delle strutture di accoglienza, che non sono attrezzate per prevenire e rispondere alla violenza sessuale e di genere.
In questo contesto, sono benvenute le proposte che esaminino:
- il traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo, inserito nel più ampio discorso relativo ai diritti umani e alla giustizia sociale, a loro volta radicati in questioni che rimandano alle relazioni di genere, oltre che di potere ed economiche;
- studi, ricerche e progetti maturati e condotti, ma anche solo ideati e proposti, a livello locale, nazionale e internazionale per fare il punto su quanto è stato realizzato e per capire da dove occorre ripartire, dalle piccole comunità, fino ai contesti metropolitani, per approfondire la conoscenza delle caratteristiche strutturali della violenza di genere nella migrazione, anche sulla base di suggerimenti e spunti critici della letteratura;
- le prassi di intervento e le fonti, internazionali, europee e nazionali, che disciplinano il contrasto alla tratta, al traffico per fini di sfruttamento sessuale e lavorativo, la protezione giuridica delle vittime di violenza di genere e le misure specifiche adottate o proposte nel sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati;
- le prospettive di integrazione tra i sistemi della tratta, della protezione internazionale e della violenza di genere, i quali spesso si sovrappongono, ma alla luce degli ultimi studi ed interventi normativi, dovrebbero essere coordinati tra loro.
Attesa la complessità del tema, si propone una modalità di conduzione del panel, in cui sono accettate sia presentazioni scientifiche, volte, sul piano soprattutto antropologico e giuridico, a delineare il contesto teorico ed operativo della questione della violenza di genere nelle migrazioni, sia casi pratici degli operatori del settore della violenza di genere, come delle migrazioni forzate, al fine di agevolare un proficuo confronto.
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