Terza conferenza annuale di ESCAPES
Europa e migrazioni forzate
Quale futuro per le politiche europee?
Quali forme e pratiche di resistenza?
Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, 23-24 giugno 2016
È aperta la call for presentations per intervenire in uno dei panels che si terranno in occasione della terza Conferenza annuale di Escapes.
14) La comunicazione nell’era “we the media”. Pratiche di resistenza e ospitalità mediatica
Proponenti: Pierluigi Musarò (Professore Associato presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Università di Bologna), Marta Vignola (assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento)
Le immagini dei migranti che annegano nel Mediterraneo e di quanti giungono esausti sul suolo europeo sono divenute pane quotidiano per i media, che spesso inquadrano un fenomeno storico e strutturale attraverso le lenti dell’emergenza umanitaria o del discorso securitario. Questa duplice narrazione ha assunto un ruolo sempre più importante nella definizione delle politiche, delle norme e delle pratiche dei paesi europei in materia di (o contro la) immigrazione.
Il paesaggio fisico-culturale che la rappresentazione umanitaria-securitaria delinea tende ad occultare le relazioni di potere esistenti tra la “fortezza Europa” e gli altri, indesiderati e non meritevoli di essere accolti. Attraverso una spettacolarizzazione del confine militare-umanitario, i media educano e al contempo manipolano, compensando la violenza sociale del regime di controllo con l’afflato solidale e pietistico del discorso umanitario. Il governo degli esseri umani viene così legittimato per mezzo di un linguaggio che definisce una geografia morale del mondo, dove la distribuzione asimmetrica di umanità tra “loro” e “noi” riproduce la relazione gerarchica tra l’“Africano” e l’“Europeo”, che si rapporta ad esso nella sua duplice veste di donatore e agente di controllo.
Come cambia lo statuto di un essere umano da “vittima” a “clandestino”? Quali gli effetti della securitizzazione dei fenomeni migratori rispetto alla tutela dei diritti dei migranti? Quale sfida pongono le migrazioni al concetto di solidarietà, di nazione, di cittadinanza?
Al contempo, azioni e strumenti di comunicazione vengono utilizzati sia per aiutare i migranti a raggiungere l’Europa che ad inserirsi nel tessuto sociale di accoglienza, promuovendo spesso rappresentazioni alternative, volte a contrastare il doppio frame umanitario-securitario.
Nell’era “we the media”, ONG, associazioni, network transnazionali, singoli attivisti, spesso attraverso la tecnologia, sfidano le leggi per accogliere i migranti, diffondono anticorpi in rete contro il razzismo e l’intolleranza, trasmettono storie di solidarietà e convivenza, producendo una contro-narrazione dell’altro e degli stessi cittadini europei. Attraverso l’uso integrato di diversi media, e in particolare del web 2.0, molteplici soggetti mettono in atto pratiche quotidiane di resistenza volte a garantire una ospitalità mediatica (e non solo), basata sul riconoscimento dell’agency e della soggettività politica dei migranti.
Quali media vengono utilizzati, e come, nella costituzione di reti transnazionali di socializzazione e mobilizzazione dei migranti? Quali forme specifiche di comunicazione mediatica (web, cinema, fotografia, ecc.) sono privilegiate per favorire il riconoscimento della soggettività politica dei migranti? Qual è l’impatto di queste contro-narrazioni? Quale immagine dell’Europa, dei suoi cittadini e della migrazione viene veicolata in queste pratiche di resistenza? Come si articola il concetto di solidarietà e ospitalità?
Facendo leva sul ruolo giocato dai media nella gestione di un fenomeno che sfida i confini europei e il nostro stesso senso di identità, il panel mira a creare un ponte tra studi sulle migrazioni e media studies, nella consapevolezza di non poter più distinguere nettamente i diversi campi disciplinari.
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